Descrizione:
Piena proprietà di appartamento in Roma (RM), Via Acqualagna n. 19, piano 1 (in Catasto piano 2), interno 2. L’appartamento, originariamente composto da ingresso, soggiorno-pranzo, due stanze, due ripostigli, cucina, un bagno e tre balconi, si presenta attualmente diviso, tramite una bussola/antingresso posta dopo la porta di accesso, in due appartamenti più piccoli di cui quello situato alla sinistra della porta di ingresso è composto da soggiorno-pranzo con angolo cottura, ripostiglio, due bagni, una camera e due balconi mentre quello situato alla destra della porta di ingresso è composto da soggiorno-pranzo con angolo cottura, ripostiglio, corridoio, due stanze, un bagno ed un balcone. Il tutto per una superficie convenzionale complessiva di mq. 133,38 circa. Confina con vano scala, appartamento interno 1, distacco su via Acqualagna con altre proprietà sugli altri lati, salvo altri. È identificato al Catasto Fabbricati del Comune di Roma al Foglio 672, Particella 551, Sub 4, z.c. 6, cat. A/4, cl. 7, consistenza 5,5 mq, superficie catastale totale 134 mq, totale escluse aree scoperte 127 mq, Rendita € 738,53, Via Acqualagna n. 19, interno 2, piano 2. L’immobile è occupato dall’esecutata che vi abita. Non potrà essere disposta la liberazione prima del Decreto di Trasferimento. Il fabbricato di cui l’immobile fa parte è stato costruito senza la necessaria autorizzazione edilizia. Per l’unità immobiliare è stata presentata domanda di condono edilizio (pratica protocollo n. 214455 del 20/10/1986) ed è stata rilasciata dall’U.C.E. Concessione edilizia in sanatoria n. 229358 del 08/05/2000. L’Esperto rileva che la distribuzione interna risulta completamente variata sia rispetto alla planimetria catastale sia rispetto al titolo abilitativo essendo stata creata una bussola all'interno della porta di ingresso e posizionate due ulteriori porte blindate che consentono di accedere alle due parti dell'appartamento originario, che si presenta attualmente diviso in due appartamenti più piccoli dotati ciascuno di una cucina. L’Esperto ritiene trattarsi di una diversa distribuzione interna e non di un frazionamento, dal momento che non risulta presentata alcuna pratica in tal senso e l'unità immobiliare conserva l'ingresso ed il numero di interno originari. L’Esperto rileva che una delle finestre perimetrali, relativa al soggiorno-pranzo nella planimetria catastale originaria, è stata divisa internamente per dare luce ad un nuovo bagno. L’Esperto ritiene che tali difformità possano essere regolarizzate tramite pratica edilizia C.I.L.A. a sanatoria e nuovo accatastamento, previa verifica delle destinazioni d'uso degli ambienti, dell'esistenza dei corretti rapporti aeroilluminanti e della conformità al Regolamento Edilizio del Comune di Roma, nel rispetto dei prospetti originali, il tutto a rischio, cura e spese dell’aggiudicatario, come meglio indicato e descritto nell’elaborato peritale. L’Esperto ha inoltre rilevato che il balcone sulla parte sinistra dell'immobile, relativo all'originario soggiorno-pranzo, è stato in parte chiuso abusivamente per ricavarne un ripostiglio con una struttura leggera che dovrà essere rimossa con ripristino nello stato quo ante. L’Esperto segnala inoltre che il piano catastale dell’appartamento, indicato come secondo, è inesatto trattandosi nello stato di fatto di piano primo, come peraltro correttamente riportato nella planimetria catastale, per cui è necessaria la correzione. Non è stato reperito il certificato di agibilità. Non è stato possibile redigere l’APE in assenza della necessaria documentazione.
Il tutto come meglio descritto nell’elaborato peritale depositato in atti