Descrizione:
Piena proprietà su compendio composto da:
Bene 1 - porzione di Villino sito in Roma Via Giuseppe Bernabè 22/a, edif. B int. 6 piano T-1 con annessa area scoperta di pertinenza esclusiva, in parte pavimentata ed in parte a verde; l’immobile si sviluppa, su due livelli, ovvero rialzato e primo; il piano rialzato è composto da soggiorno con angolo cottura, due camere da letto, servizio igienico e disimpegno; dal soggiorno si accede al bene n. 2 (a seguire descritto) mentre una scala interna conduce al piano primo, mansardato e provvisto di due lucernai, ove si individuano una camera ed un ulteriore servizio igienico. censito al Catasto Fabbricati di Roma al Fg. 1078, part. 3363, sub.7, cat. A/7, classe 5, z.c. 6, superficie catastale totale 82 mq, rendita Euro 790,18; confinante con il sub. 1 , il sub. 13 ed il sub.6 della particella 3363, oltre alle particelle 2435 e 3633 del Foglio 1078 , salvo altri.
Regolarità Urbanistico – Edilizia Il complesso edilizio di cui l’intero compendio immobiliare pignorato è parte è stato edificato con permesso a costruire n.1018 - prot.65356 del 27/9/2006 su istanza n. 87317 del 22/12/2005 Nel permesso a costruire summenzionato si richiamano, oltre ai vari nulla osta degli enti competenti, anche l'atto d'obbligo (per vincolo del lotto, alberature e parcheggi, destinazione d'uso) a rogito del Notaio Massimo Forlini (Rep.n.43661 del 26/06/2006, trascritto il 28/06/2006 ai nn.84820/49598), nonché i nuovi tipi prot.43484 del 12/06/2006. Successivamente, previa presentazione di DIA in variante prot.54326 del 14/06/2007, con istanza prot.17141 del 15/03/2010 veniva richiesto il certificato di agibilità del compendio tutto, rilasciata con Determinazione Dirigenziale n.642 del 28/06/2011.
Come risultante dalla relazione peritale in atti, il compendio presenta diffuse difformità tra gli elaborati di progetto e lo stato dei luoghi, nello specifico:
Per il bene 1 per quanto riguarda gli esterni si segnala l'assenza, negli elaborati approvati, dei manufatti realizzati sulla corte di pertinenza esclusiva del cespite, ovvero tanto del ripostiglio esterno adiacente il corpo di fabbrica quanto della contigua tettoia lignea, entrambi pertanto da rimuovere a cura e spese dell'aggiudicatario. Parimenti dicasi, relativamente al villino, per l'ampliamento volumetrico (pari a mq.23,00 circa), operato mediante chiusura con infissi e grate dell'originario portico, con connesse modifiche di prospetto, ovvero tamponatura di un'originaria finestra (ad oggi nicchia interna al soggiorno) e demolizione della muratura contigua, ove da progetto si attestava il portone d'ingresso all'immobile. Configurando dette opere un ampliamento realizzato in assenza di titolo e non sanabile, si ritiene necessario il ripristino della configurazione e volumetria assentita. Parimenti dicasi per l'annessione del "ricovero attrezzi" all’abitazione, mediante realizzazione di un varco interno onde collegarlo al contiguo disimpegno, con modifica della relativa destinazione d’uso (il vano identifica ad oggi una camera da letto), variazioni anche queste operate senza titolo e pertanto da riportare alla morfologia e destinazione originaria, ripristinando la separazione tra consistenza abitativa e accessoria. Per quanto riguarda il piano primo, il raffronto con gli elaborati di progetto ha evidenziato un cambio di destinazione d'uso da soffitta con lavatoio a camera da letto con bagno, variazione anche in questo caso non legittimabile, di talché si ritiene necessario il ripristino nella destinazione accessoria originaria. Delle predette circostanze ed irregolarità, tutte meglio indicate in perizia, si è già tenuto conto ai fini della determinazione del valore di stima.
Il tutto come meglio descritto nell’elaborato peritale depositato in atti